Passione Gourmet Ristorante Marennà, Sorbo Serpico (Av), Feudi di San Gregorio, Chef Paolo Barrale, di Fabio Fiorillo - Passione Gourmet

Ristorante Marennà, Sorbo Serpico (Av), Feudi di San Gregorio, Chef Paolo Barrale, di Fabio Fiorillo

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 03-2024

Recensione ristorante.

La scommessa della proprietà di Feudi di San Gregorio è stata vinta da tempo. Prima l’azienda vinicola, balzata in pochi anni ai vertici regionali, sebbene i suoi vini abbiano fatto discutere, e non poco, i “puristi”. Poi il ristorante, il Marennà (fare merenda nel dialetto locale), incastonato in una struttura industriale di grande modernità ed apprezzabile design.
L’ambiente non può definirsi propriamente “caldo”, spazi ampi, un po’ spogli e grande cucina a vista, ma, per converso, si nota attenzione nell’utilizzo di materiali di pregio, dai tovagliati al pellame delle comode sedute. Da rivedere, invece, l’illuminazione dei tavoli, poco efficace.
Ai fornelli Paolo Barrale, cuocone siciliano, trapiantato in Campania, che non disdegna qualche uscita in sala. Forte delle sue esperienze alla corte di Beck prima, di Baldassarre del fu “l’Altro Mastai” e di Gennaro Esposito poi, è riuscito a dare un’impronta personale ad una proposta chiaramente ancorata al territorio irpino.
Fortunatamente abbiamo notato, contrariamente al passato, una decisa apertura della carta dei vini ad altre importanti realtà nazionali che non fossero orbitanti intorno alla galassia Feudi. Anzi, c’è la possibilità di bere a prezzi vantaggiosi, avvalendosi di una buona profondità di annate. Saffredi ’97 e Taurasi Piano di Montevergine 98 in magnum hanno degnamente accompagnato la cena.


Al momento della nostra visita, a metà Ottobre, il menu aveva ancora una chiara matrice estiva, sebbene la colonnina di mercurio fosse già scesa a 5 gradi in quel di Sorbo Serpico.
Divertente la reinterpretazione di tre grandi classici della cucina regionale, in apertura, quale gentile omaggio della cucina: chips di patata e baccalà mantecato (baccalà e patate), candele con prosciutto e besciamella in eterea frittura (frittata di maccheroni), fresella sbriciolata, olio ravece e sorbetto di pomodoro (bruschetta al pomodoro). Tecnica e sapore.

Solo discreta la guancia di vitello, che sconta una cottura fin troppo prolungata, con purea di patate, fagiolini, pomodoro e germogli a regalare inattesa freschezza.

Bene, invece, la zeppola di baccalà con verdure in carpione, ove ancora una volta la frittura è eseguita da manuale.

La millefoglie di patate e porcini, nocciole ed erba cipollina, è delicata grazie alla sapiente proporzione degli ingredienti. Piatto di buon gusto, seppur prevedibile, e grande manualità nella composizione delle sottilissime sfoglie.

Interessante il risotto al pomodoro in bianco con essenza di provola e odori mediterranei. Ben bilanciate l’acidità e la grassezza che, tra lievi contrasti, raggiungono ad ogni boccone l’equilibrio sperato.

Ugualmente buoni sono i vermicelli tiepidi, con baccalà erba cipollina ed acqua di pomodoro. Indicati per un caldo pomeriggio estivo, meno per l’autunno anticipato dell’avellinese.

Perfetti, per consistenza e concentrazione di sapore, i tagliolini ai “30 tuorli” con ragù di coniglio e funghi porcini, trait d’union con la carta autunnale-invernale che sarebbe entrata a pieno regime di lì a breve.

Le carni confermano che in cucina ci sanno fare: molto buono il coscio d’anatra con funghi carboncelli e soffice di patate (golosissimo ma eccessivamente grasso per l’evidente utilizzo di panna in lavorazione).

Didascalico ma poco emozionante il maialino cotto a bassa temperatura, dal sapore omologato, con classica purea di patate e caramello di peperoni.


Asticella che si alza con la variazione di coniglio in cui è il fondo, finalmente, a dare una marcia in più.


Dopo il trittico di carni il sorbetto al limone (davvero buono) è quanto mai gradito per preparare le papille all’affondo dolce.

Il Cremino alla castagna e cioccolato, gelato alla vaniglia e caramello allo Strega è un dolce indovinato che gioca con le consistenze , le temperature e le note liquorose

La sorba, con flan ghiacciato all’arancia e cannolo di cioccolato denota il grande interesse che lo chef nutre per questo frutto anomalo, di grande acidità, difficilmente gestibile, che già avevamo avuto modo di provare in altre versioni, invero meno felici di questa.

Si chiude una bella esperienza con la piccola pasticceria d’ordinanza.


Onestamente crediamo che Barrale sia dotato di una tecnica e di idee più che buone ma che le metta in pratica soltanto in parte, a volte accontentandosi di svolgere il suo ruolo al servizio del territorio. In alcuni passaggi è chiara la percezione che si viaggi con il freno a mano tirato. Osare qualcosina in più potrebbe essere nelle sue corde.
A prescindere da tali considerazioni non si può negare che già adesso il Marennà sia una piacevole sosta.

il pregio : servizio attento e gentile

il difetto : l’illuminazione in sala.

Ristorante Marennà,
Località Cerza Grossa
83050 Sorbo Serpico (AV)
info@feudi.it

Tel.0825-986666 – 348.3639531
48 euro il menu degustazione da 5 portate, 55 euro per un pasto completo alla carta.

Visitato nel mese di Ottobre 2011

www.feudi.it


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Fabio Fiorillo

3 Commenti.

  • marioc15 Novembre 2011

    Per il livello del locale direi prezzi piu che onestissimi!!!!!

  • Nino Danna1 Gennaio 2013

    Ho trascorso in compagnia di amici la notte di fine anno. Prima della conclusione della cena all'unanimita ci siamo detti che non saremmo tornati mai piu'. Cibo pretenzioso e senza sapori,musicanti assolutamente incapaci,il tutto al prezzo di 150,00 euro a persona(sic!!!!)

  • Carlo (TBFKAA)1 Gennaio 2013

    Forse la notte di Capodanno non è il test ideale per farsi l'idea di una cucina. Temo anche che i musicanti incapaci non siano imputabili allo chef :D Buon anno a te e a tutti i lettori!.

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