Passione Gourmet Già sotto l'arco, Carovigno (BR), chef Teresa Buongiorno. Di Carlo Cappelletti. - Passione Gourmet

Già sotto l’arco, Carovigno (BR), chef Teresa Buongiorno. Di Carlo Cappelletti.

Ristorante
Recensito da Presidente

Valutazione

15/20 Cucina prevalentemente classica

Pregi

Difetti

Visitato il 03-2024

Recensione ristorante.

L’ospitalità è un’arte, ne abbiamo già discusso in un’altra occasione, forse anche in più di una circostanza in effetti. Se dovessimo stilare la guida dei locali dove l’accoglienza, a prescindere dalla valutazione della cucina, rimane impressa, nel cuore ancor più che nella mente, commetteremmo un delitto gravissimo omettendo Già Sotto l’arco dalla ristretta cerchia dei migliori dello Stivale. Teodosio Buongiorno è patron di quelli veri, schietto ma di savoir faire, discreto ma attentissimo a variare il registro adattandosi alla clientela. Aggiungiamo anche che ha un profumo buonissimo, e che se come me avrete la sfacciataggine di chiedergli la marca ve la dirà pure. Ma siccome non è Gai sotto l’arco sarà ora che inizi a parlare della cucina di questo locale, condotta dalla moglie di Teodosio. Cuoca autodidatta, Teresa Buongiorno esprime uno stile di cucina estremamente gratificante, che potrei con somma banalità definire materno. Nonostante il mare non disti che pochi chilometri è una cucina ad ampia prevalenza terragna, visto che delle sei alternative per ogni voce solo due sono di impronta ittica. Terragna e terrena, nel senso di priva di voli pindarici, affermazione da intendere non in senso negativo, poiché chi vola basso non necessariamente arriva meno lontano, e mi capita molto più di frequente di biasimare l’eccesso di innecessaria fantasia (il cosiddetto attacco improvviso di creatività, da cui non c’è Imodium che salvi) che una calcolata prudenza. Pazienza se poi il rischio è quello di non stupire; c’è chi nasce per folgorare e chi per confortare, l’intelligenza sta nel capire a che novero si appartiene.
Ottimi i pani in accompagnamento, con memorabili taralli, di consistenza favolosa (arrivati in un carico successivo 😉 ), così come l’olio biologico proposto in apertura.

Poco convinta, ancor più che poco convincente, l’entrata con salmone ed insalatina aromatica, buona certo ma completamente slegata dal contesto. Chiediamo troppo, forse, ma fin dai primi dettagli ci piacerebbe sempre vedere la personalità di chi c’è in cucina e non sentire “l’obbligo” di far uscire un’entrata perché si usa così.

Fra gli antipasti abbiamo provato la burrata in pasta kataifi su salsa di pomodoro con capocollo di Martina Franca (Romanelli, sempre sia lodato) e pomodori secchi, interessante (e ben riuscita) parziale elaborazione dell’antipasto che trovereste in qualsiasi trattoria nel raggio di alcune decine di chilometri,

ed il tortino di melanzane, pomodoro, mozzarella e basilico, a sua volta parente stretto della parmigiana, in cui tuttavia la mozzarella rimane eccessivamente spessa e “ciccosa” (non pronunciato alla barese) e che complessivamente è risultato un po’ monocorde.

Ottimi i primi, dagli equilibrati e piccanti tagliolini al ragù nero di seppia,

agli eccellenti spaghettoni al ragù bianco d’agnello, ingentiliti da una salsa di ricotta alla base che invece che sfocare trasporta bene il sapore deciso dell’ovino, rinforzato da una decisa pepata.

Nonostante l’ovvia tenacia del pesce in questione ci son piaciuti anche i filetti di pescatrice fritti su salsa in carpione, accompagnati dalle trippette di coda di rospo alla pizzaiola (preparazione che si è rivelata eccessivamente coprente).

Un pezzetto di caciocavallo podolico da queste parti non ce lo si può far mancare, soprattutto se accompagnato dall’ottima mostarda di peperoni (che da buoni amanti del formaggio ci siam scofanati a parte).

Notevolissima questa mousse di mandorle e cioccolato, a chiudere la nostra cena.

Si sta bene, insomma, a Già Sotto l’arco, locale che rispetto all’anno passato abbiamo trovato praticamente immutato (anche buona parte del degustazione, che non abbiam scelto quest’anno, è rimasta inalterata) e che possiamo perciò considerare una solida certezza nel panorama dell’alto Salento.

Dalla ricca cantina, dai ricarichi non trascurabili sui vini pugliesi, abbiamo pescato questo giovanotto tedesco di 25 anni, e non sentirli. Bellissimo naso dove gli idrocarburi pur presenti sono accessori, e acidità potente ma garbata in bocca.

il pregio : locale arredato magnificamente.

il difetto : qualche fritto di troppo in carta.

Già sotto l’arco
Corso Vittorio Emanuele II, 71
Carovigno (BR)
Tel. 0831.996286
Chiuso lunedì
Menu 70 euro
Alla carta 80 euro

www.giasottolarco.it

Visitato nell’agosto 2011

Visualizzazione ingrandita della mappa

Carlo Cappelletti

2 Commenti.

  • velavale18 Settembre 2011

    locale provatoa giugno durante in nostri 5 gg a fasano. bellissimo il locale , meno il contesto urbano..cucina di buoni livelli davvero ma che potrebbe accelerare???

  • velavale18 Settembre 2011

    posto mia rece da altro sito.... 1 esperienza a gia sotto l'arco a carovigno, forse il paese meno carino fra quelli visitati, menzione sepciale per poliganno e cisternino locale arredato con gusto e classe cucnia di alto livello x me non altissimo. assaggiato saluto dalla cucina con cous cous e verdurine antipasto con tonno d coniglio, pan brioche e pate di fegato forse dello stesso coniglio con fichi secchi delizioso ma attenti agli ossicini rimasti nel coniglio, piccola pecca. orecchiete con pisellie cozze di buon livello anche se le cozze non mi parevano al lro meglio. assaggiato anche ravioli di patate con melnzane e timo veramente ottimi con perfetto connubio di sapori secondi: mailani caramellato alle mele salsa di rapa rossa, diletto di puledro al cren. top della serata, carni tenerissimi, cotte alla prefezione con abbinamenti interessanti. finiamo con gelato di pistacchio, ciccolata e crema, di ottima fatrtura bevuto rosso di cui non ricordo il nome al bicchiere. servizio cortese e professionale valida l'idea della ciotola con olio biologico in degustazione in cui tocciare il pane e il resto durante la serata conto 150 in 2 concludendo cheffa di ottima mano, contesto veeramnte elegante esperienza di alto livello ribadisco che necessità di alcune raffinature x diventare di altissimo, ma da non mancare.

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