Valutazione
Pregi
Difetti
Recensione ristorante.
Se la ristorazione in Costiera sta attraversando un momento storico, con una concentrazione di grandi tavole pari forse solo a quella di Parigi e di altre grandi metropoli, la città di Napoli non si può dire goda di uno stato di forma altrettanto splendido. Proprio mentre mi trovavo in città giungeva poi la ferale notizia del passaggio di Andrea Aprea dal Comandante al Park Hyatt di Milano, evento che privava Napoli dello chef del suo miglior ristorante. Perso chi va, fra chi resta annoveriamo con piacere la Cantinella del giovane chef Agostino Iacobucci, che con capacità, dedizione ed orgoglio sta risollevando le sorti di questo storico locale distante pochi passi da Castel dell’Ovo. E’, la sua, una cucina che più che a Napoli guarda a Sorrento, ma che non disdegna affatto la rivisitazione di qualche classicissimo della cucina partenopea. I risultati, talvolta, non sono stati all’altezza dello sforzo, soprattutto perché, in occasione della nostra visita, abbiamo avuto la sensazione che fossero tanti individui a cucinare per noi, e non una brigata con un’unità di intenti. Anche solo la gestione del sale, infatti, ha rivelato sensibili discontinuità, tanto da farci sospettare che manchi ancora un totale controllo da parte dello chef sui ragazzi in cucina. Peccato, perché alcune portate ci hanno invece ben disposto, non solo per l’ottima qualità delle materie prime utilizzate, ma anche per la scelta, magari un po’ “facile” ma sempre pertinente. dei contrappunti agli ingredienti principali. Un punto di forza del locale è la carta dei vini, in decisa crescita grazie al contributo del sommelier ex Torre del Saracino Giovanni Piezzo. Da essa peschiamo a buon prezzo il BrutCon il termine "brut" si intende l'indicazione enologica che rivela la concentrazione zuccherina all’interno di un vino spumante. Nello specifico se contiene meno di 15 g/l di zucchero.... Leggi Tradition di Egly Ouriet e, all’interno della pregevole scelta di calici proposto, Breg ’98. Senza preamboli di sorta la cena si apre con gli antipasti da noi ordinati.
Ad una convincente lettura di un classico moderno, la triglia (marinata alle erbe spontanee) con foie grasIn francese significa letteralmente "fegato grasso" ed è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata”. È uno dei prodotti più famosi e pregiati della cucina francese. Esistono tipologie di 'foie gras' non derivate da animali sottoposti ad alimentazione forzata. Spesso il fegato grasso è associato all'alta cucina francese e internazionale per... Leggi, gelato di cetrioli, panzanellaPiatto povero, tipico toscano e di tutta l’Italia centrale, a base di pane raffermo, cipolla rossa, aceto, basilico, olio e sale. Nel tempo, alla ricetta originale della panzanella, si sono aggiunti anche i pomodori e i cetrioli.... Leggi di pane cafone e caviale (?) di melanzane,
non fa buona compagnia l’Elogio al provolone del monacoFormaggio grasso, a lunga stagionatura, a pasta semidura e assai piccante. Come da tradizione casearia napoletana e sorrentina, questo formaggio a pasta filata viene prodotto con latte di vacca di varie razze fra le quali l'Agerolese, tipica del territorio. Il Provolone del Monaco si presenta a forma di melone o pera senza testina, con legatura che deve suddividere il formaggio in... Leggi, con la sua crema bruciata che rimane, oltre che appena troppo sapida, grumosa e troppo calda per interagire bene con la dolcezza del culatello di Spigaroli (sempre sia lodato), che con l’aceto tradizionale va a creare un filo diretto Napoli-Emilia.
Piacionissimo ma impeccabile lo spaghetto Gerardo Di Nola con pomodori del piennolo, peperoncini di fiume, quenelleLa quenelle, dal tedesco knödel e in italiano canederli, è una preparazione tipica francese simile a dei grossi gnocchi a base di crema di pesce o carne (prevalentemente pollo) legata da uovo e contenente eventuale mollica di pane. In genere bollita, è passata dall'essere una guarnizione dei piatti del'alta cucina a diventare essa stessa il piatto. Il termine viene oggi indicato anche in... Leggi di tonnetto, finocchietto, colatura e cremino di bufala, con i tanti ingredienti armonizzati senza confusione.
E’ invece molto, troppo salata l’invero lodevolissima interpretazione 2011 della classica pasta patate e provola (e qui dentro non c’è mare che tenga :-))
Fra i secondi rimane un po’ stopposa la ricciola (in copertina), che sostituiva il dentice previsto in menù, accostata ad asparagi e zabaione di acciughe, mentre è esemplare la cottura della pezzogna, il cui filetto è appoggiato su una salsa di finocchi al Pernod, con verdure e pesto di olive taggiasche.
I dolci ci sono decisamente piaciuti. Perfetto per temperature il robuchoniano soufflé allo sfusato, ingrediente protagonista anche del gelato e della granita a corollario. Spinta acida fortissima (il soufflé da solo sarebbe stato comunque troppo dolce), contrasti di temperature spinti. Proprio buono.
Molto gradevole (e non ce lo aspettavamo) anche la zuppa di frutti rossi all’aceto di Xeres con frangipane, mousse alla nocciola e gelato di fave Tonka.
Attendiamo quindi con fiducia che Agostino Iacobucci si assesti bene in sella. La Cantinella allora non farà rimpiangere di non essere arrivati fino in Costiera per cenare.
Ottima anche la piccola pasticceria.
il pregio : servizio impeccabile.
il difetto : cucina ancora con molti alti e bassi.
La Cantinella
Via Cuma 42
80132 Napoli
Tel. 081 7648684
Alla carta sui 70 euro.
Domenica chiuso.
Visitato nel mese di Maggio 2011
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Carlo Cappelletti
Questa sarà sicuramente una delle mie prossime visite: dove c'è Gianni Piezzo, prima o poi arriva Vignadelmar !!! (potrebbe sembrare una minaccia) Questo perchè Gianni è un professionista di altissimo livello e da sempre mi ha fatto bere moltissimo e benissimo. . Quindi in bocca al lupo a tutti, sicuro di un prossimo deciso miglioramento. . Ciao
Carlo, il precedente commento l'ho scritto troppo di getto, avrei dovuto aggiungere che la lettura del pezzo mi sembra non ricalchi il voto: 13 mi sembra davvero stretto. . Dai, rimaniamo d'accordo che appena sarò andato vi dirò la mia, ok ?? :-) . Ciao
Caro Vigna, l'impressione che ho avuto di questo locale è stata complessivamente positiva. ma il testo va anche interpretato. Posso scrivere lo stesso appunto su un piatto in un ristorante da 12 o da 18, sta a chi legge anche interpretarlo come "era appena commestibile" o "aveva una lieve pecca". Resta il fatto che in un caso pregiudica il risultato e nell'altro non ne condiziona che minimamente la riuscita. Comunque ho bevuto bene persino io, tu berrai alla grande :-) Se poi l'augurio di miglioramento era rivolto a me, lo accetto benevolmente. Ciao
Che c'entra la commestibilità con il valore di un piatto?? Giovanni
Giovanni, si parlava di commestibilità in senso di qualità di materie prime/esecuzione etc. So che ami i piatti incommestibili nel senso artistico. Qui si parlava di inedibilità in senso molto più basso, si parla di errori. Per un piatto qualsiasi la qualità delle materie, della cottura, il controllo del sale e di altre piccole variabili son tutte condizioni necessarie, ma non sufficienti perché sia ben riuscito.
Esistono "errori" in un piatto? Esistono errori di cottura, esistono dosaggi "sbagliati" del sale? Non lo sapevo... Giovanni
La colpa è vostra che gli rispondete.... . Ciao
Pare che Agostino si trasferisca a Bologna...