Passione Gourmet La Palta, Borgonovo Val Tidone, chef Isa Mazzocchi. Di Carlo Cappelletti - Passione Gourmet

La Palta, Borgonovo Val Tidone, chef Isa Mazzocchi. Di Carlo Cappelletti

Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

Difetti

Visitato il 03-2024

390

Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione Ristorante

Bella la neve, e splendida la pianura imbiancata. Questo lembo di terra a cavallo fra Lombardia ed Emilia, solcato com’è da strade strette e diritte, porta la mente immediatamente alle immense piane nordamericane, ed il bianco non fa che accrescere questa dimensione di infinità. Breve preludio idilliaco ad introdurre il racconto di un bel ristorante, cui ci immaginiamo il nome si addica molto in assenza del bianco manto che lo circondava nei giorni della nostra visita. Isa Mazzocchi presenta una cucina schietta, senza troppi fronzoli, perfino rude in talune occasioni. Nel coraggio di osare proponendo piatti “maschi” ci ricorda un po’ Valeria Piccini. I risultati, è il caso di precisarlo subito, non avvicinano le alte vette che la cheffa di Montemerano tocca con sue preparazioni, e ciò principalmente per una certa tendenza a lavorare per aggiunte piuttosto che per sottrazione, ma indubbiamente a La Palta abbiamo trovato una cucina corretta, una mano spesso felice e piatti pensati con cognizione di causa. La carta propone pietanze prevalentemente (e non potrebbe che essere così) di terra, con una buona e varia proposta di pesci d’acqua dolce e qualche sporadica puntata marina. Un applauso a scena aperta ad una bellissima cantina, proposta oltretutto a prezzi da stappo facile. Grande attenzione è rivolta ai vini naturali e Triple A, anche se in questo caso, avendo comandato il menù degustazione (prezzato a 65 eurozzi) ed essendoci state anticipate portate di carni molto diverse, ci siamo buttati sulla potente e complessa riserva di Paul Bara, che accompagnerà con entusiasmo e perizia i piatti meno tosti tenendo botta con dignità anche sul cinghiale e sull’ostico Yankee Doodle.
Il menù è preannunciato da una terrina di pesci di lago con melagrana, con quest’ultima meno carica di acidità di quel che ci saremmo attesi,
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e dall’alternativa locale al burro a tavola, ossia del buon vecchio lardo.
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La tartare di vitello con maionese alla cipolla e crocchette al tartufo nero si distingue principalmente per il discreto movimento che le ottime crocchette danno al piatto. Non ci siamo spiegati però, in un piatto mediamente sapido, la scelta di aggiungere picchi di salinità all’interno della carne, che hanno in parte pregiudicato il risultato complessivo.
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Poche aspettative invece e risultato ad esse ampiamente superiore per la pizza alle olive con piccione ed indivia caramellata (foto in apertura). In questo caso ogni ingrediente è risultato funzionale al risultato, con un brillante esercizio sul dolceamaro.
I cappelletti ai porcini al curry con zuppa di latte di cocco (foto finita chissà dove) esordiscono in maniera subdola, con la salsa al cocco che preannuncia stucchevolezza ma lascia fortunatamente spazio ad una pasta tirata comme il faut ed a un ripieno splendido per consistenza e, soprattutto, persistenza.
La capacità di preparare le paste fatte in casa è confermata dalla straordinaria bontà dei successivi gnocchi di zucca, serviti con un delicato ragù di cinghiale e con formaggio San Sté, con quest’ultimo che oltre a mortificare l’aspetto del piatto trasforma una creazione fine in un piatto buono senz’altro ma eccessivamente primario.
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Morbido e succoso il cappone al pino mugo propostoci per secondo, con le gustose crocchette di ceci ed una patata un po’ crocché sul fondo.
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La piccola pasticceria viene portata prima del dolce, a mo’ anche di predessert,
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in attesa del semifreddo allo zabaione con mousse al cioccolato, morbido alle nocciole e salsa alle fragole, un dolce classicheggiante ma eseguito a regola d’arte.
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Quello che è mancato, in un pranzo ricco di spunti positivi e di buoni prodotti, è stato il guizzo del campione, il piatto che ti fa saltar sulla sedia. Ciononostante non possiamo che riconoscere il valore tanto di Isa Mazzocchi in cucina, quanto di una sala competente e informale al punto giusto. Da segnalare la presenza folcloristica dei classici 3 uomini di mezz’età milanesi in libera uscita, che ci hanno deliziato la giornata con le loro dolci bestemmie a raffica, ranzanate di ogni genere e spandimenti vari. Un classico della gita fuori porta.

Il pregio: la pregevole vista dalla veranda.

Il difetto: buone idee espresse con chiarezza altalenante.

Ristorante La Palta
Località Bilegno 67, 29011 Borgonovo Val Tidone (PC)
Tel. 0523 862103
Menù 6 portate 65 euro
Alla carta 70-75 euro

www.lapalta.it

Visitato nel mese di Dicembre 2010

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Carlo Cappelletti (Azazel)

13 Commenti.

  • sararlo3 Gennaio 2011

    Ciao Aza. Sempre sentito parlare bene de La Palta. Un locale rassicurante, senza particolari fronzoli, da quel che mi par di cogliere. Buon 2011 a Te e a tutti i PassioGourmet.

  • jpjpjp3 Gennaio 2011

    La Palta potrebbe meritare la stella?

  • Carlo3 Gennaio 2011

    beh troverai nel sito una buona parte di stellati valutati 14 o meno. Una locale con una valutazione di 15, con una bella cantina ed un ambiente sicuramente all'altezza com'è questo dovrebbe già avere la stella. Il fatto che non l'abbia già non è un buon segno per il futuro.

  • S Lloyd3 Gennaio 2011

    The Veal tartare is beautifully presented. I presume that is white truffle on both ends of the veal tartare, right?

  • Carlo4 Gennaio 2011

    Do you think so? I found a bit rude the placement of the onion mayonnaise. Anyway the truffle (black) was just on the top side, but the truffle flavour was very well helped by the truffle balls you see in the photo, large more powerful than the slices themselves. Thanks.

  • Danilo4 Gennaio 2011

    Tu pensa... ed io che ho sempre trovato la cucina della Mazzocchi... estremamente femminile! Vattela pesca, a volte, come si creano impressioni così contrastanti... Per il resto, punteggio e descrizioni le trovo in linea con le mie esperienze... Ma la cucina maschia (almeno nei tentativi), quella proprio me la son vista come una nota stonata :)

  • roberto4 Gennaio 2011

    Ahimè, mai stato alla Palta, ma per quanto letto e sentito Isa Mazzocchi e una grande chef, se non erro allieva prediletta di Georges Cogny. Se non ricordo male il nome La Palta è dialettale piacentino e si riferisce al precedente utilizzo del locale, ovvero emporio del paese. Bella rece, complimenti!

  • jpjpjp4 Gennaio 2011

    palta = appalto tabacchi ancora oggi c'è la tabaccheria annessa al ristorante

  • Carlo4 Gennaio 2011

    in che stagione sei andato?

  • Danilo5 Gennaio 2011

    mmmm... forse mi manca l'autunno :) estate primavera e inverno le ho fatte sicuramente... ho un dubbio sull'autunno...

  • Carlo5 Gennaio 2011

    premesso che per me le cucine femminili portano quasi sempre con me l'idea di "nutrimento" prima che ogni altro aspetto, e non per questo le definirei grezze, rarissimamente mi è capitato di trovare cucine gestite da donne in cui l'aspetto cerebrale fosse prioritario rispetto alle necessità più primarie (e noto anche che in genere dove c'è una donna in cucina raramente uscirai con un pertugio dello stomaco non completamente riempito), Occhio parlo di priorità, non parlo di assenza di cerebralità (non si parla della trattoria Giggi er troione). In particolare, per i prodotti usati, il coraggio nel non ingentilirli eccessivamente, questa mi è sembrata più maschia di altre. Ad esempio quella del Laite è molto femminile, quella di Caino più maschile di questa. Per la mia unica esperienza (e spesso il limite è quello).

  • giorgio antonio cavagnero5 Gennaio 2011

    Bravo Carlo! Della Isa ho un bel ricordo, una bella giornata passata con un amico che mi ha fatto conoscere questa realtà. Però non capisco la rossa, perchè non dedicano più attenzione a posti come questo? E dire che un commento sul viamichelin, io glielo anche fatto, non che debbano dar retta a tutti i commenti, altrimenti ne dovrebbero togliere la meta delle stelle, ma almeno quelli positivi... ... a meno che l'ispettore sbagli porta e finisca nella taverna nel sottoscala? Saluti e ancora auguri pel Nuovo Anno!

  • Danilo5 Gennaio 2011

    mmmm... interessante... intanto abbiamo un'idea di "cucina femminile" diversa :) per te la cucina femminile è quella che da' priorità al nutrimento - direi evidente l'immagine della cuoca-mamma :) - per me la cucina femminile è quella dove senti nel sapore, nel profumo, nell'impiatto quel "tocco femminile" che generalmente è levità, leggerezza, carezza... E su questa distinzione, direi che ci potrebbero psicanalizzare in molti, ahhahahhaha ... Prodotti usati e coraggio nel non ingentilirli... Mmmm... io invece parlerei, per la cucina di Isa, di coraggio nell'usare certi prodotti e naturale tocco di ingentilimento non ruffiano né prevaricatore (che comunque resta una qualità "femminile", nel mio modo di vedere) ma ci stiamo perdendo su sottigliezze quasi solo lessicali, forse... ad ogni modo la mia non voleva affatto essere una critica :) P.S.: per il Laite aggiungerei un "meravigliosamente" al "femminile" ;) Su Caino, me ne rammarico, non posso esprimermi, non essendoci mai stato :(

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