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Difetti
Recensione Ristorante
Se vi dicessero che il miglior ristorante della Costiera Sorrentina è a Vico Equense non credo che storcereste il naso. Ma se vi dicessero che quel ristorante non è a Marina di Seiano probabilmente guardereste interdetti il vostro interlocutore.
Si, ad oggi, per noi di Passione Gourmet, “L’Accanto” dell’Hotel Angiolieri è la migliore espressione gastronomica di questo tratto di costa.
” Albè … allora ? Che ti dicevo ?“
“a Fà … Hai ragione. Questo Deleo è bravo. Ha il senso del gusto, si ispira alla tradizione ma mette la freccia e sorpassa tutti con qualche intruso qua e là nel piatto. Intruso tra virgolette, perchè quella marinaturaMetodo di cottura senza calore. La carne e/o il pesce vengono lasciati macerare in un liquido con l’aggiunta di una componente acida o alcolica. La marinatura a secco prevede invece un bilanciamento di sale e zucchero a ricoprire l'ingrediente principale per diverse ore.... Leggi alla lavanda mi ha fatto riapprezzare la capasanta, ormai odiata da tempo. Bravo Deleo, e anche se non citi per forza tutti gli ingredienti che metti nel piatto sei bravo lo stesso. Più coraggio Deleo, meno insicurezza, qualche ingrediente in meno e il gioco è fatto. Non serve elencare tutto, non è più quello il metodo per convincere il facoltoso Statunitense che risiede nel tuo albergo e si siede alla tua tavola. Basta poco perchè tu possa diventare grande, dai !“
Deleo è probabilmente sconosciuto ai più, poco mediatico sicuramente, non viene invitato a convention a San Sebastian, a Milano nè in Lapponia, ma è bravo e non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi più famosi, anzi.
Certo, venire in quest’angolo di paradiso in una bella giornata, appaga il vostro senso estetico.
L’Angiolieri è hotel a 5 stelle, curato, non eccessivo ed a picco sul mare. Di fronte a voi Napoli ed il Vesuvio. Bello davvero. D’estate si cena in terrazza.
Pochi tavoli, distanziati tra loro, garantiscono riservatezza, mise en place coerente con il tono del locale. Il servizio, coordinato da un maitre istrionico e puntuale, è efficace e professionale. Si ha la sensazione che non vi dicano mai di no; pronti ad accontentare anche il cliente più esigente.
Diamo uno sguardo al menu, i prezzi rispetto allo scorso anno sono leggermente lievitati, ma quasi tutte le portate sono differenti. C’è fermento in cucina. La carta dei vini, invece, è ancora sottotono, le referenze non sono molte ed al di fuori dei confini regionali si vola poco in alto.
Ancora uno sguardo al panorama in questa tiepida serata di fine estate, che bella sensazione. Rinfrancati, sbocconcellando uno dei pani dalla vasta selezione, ordiniamo random dalla carta.
Dopo un rinfrescante e buonissimo appetizer (che potrebbe trovare facilmente ingresso in menu) con passion fruit, erbe di campo, ostrica e gelatina al gin
che con la sua spiccata acidità resetta il palato e ben predispone al prosieguo, giunge al tavolo “L’uovo e lo scampo”.Una magistrale minestra di zucchine, erbe mediche, fiori e patate, uovo pochéTermine francese per indicare l'uovo in camicia. L'uovo poché è un uovo sgusciato cotto in acqua agitata e acidulata (50 g di aceto di vino bianco per litro di acqua) a temperature poco inferiori ai 90-95 °C. Il calore e l'acidità accelerano il processo di coagulazione delle proteine dell'albume, mentre il limitato tempo di cottura (3-4 minuti) mantiene il tuorlo... Leggi, scampo arrosto e tè verde affumicato.
Non ci sono grassi aggiunti, solo un filo di olio, quello buono. Una miscellanea di sapori e di sensazioni naturali, con la zuppetta esaltata dalla dolcezza del crostaceo e la rotondità dell’uovo. Un ritorno alle origini, all’infanzia.
Poi “il polpo verace”. Un finto raviolo crudo adagiato su insalatina di ortaggi, con alici di menaica, pomodori canditi, pinoli tostati, salsa al nero, burrata e agretto di lamponi. A leggerlo tutto d’un fiato potrebbe suscitare qualche perplessità. Tanti ingredienti, è vero, ma giustamente dosati donano un equilbrio insperato.
Prova del nove con la “Capasanta”. Spesso maltrattata, di dubbia qualità, è come il prezzemolo, la trovi dappertutto.
A L’Accanto marinata alla lavanda e scottata alla plancia, è perfetta per consistenza e sapore. Interessante il semolino al latte e limone che con la patata affumicata, i ricci di mare, il cerfoglio e tartufo nero estivo (forse pleonastico) completano lo spettro aromatico. Alberto, che è con me al tavolo, fa un cenno, neanche tanto velato, di approvazione.
Alcuni tra i migliori risotti d’Italia li ho gustati, strano a dirsi, al desco di due cuochi campani, Esposito e Cannavacciuolo. Dopo aver gustato “Il riso Acquerello” non ho difficoltà ad inserire in questa ristretta lista Michele Deleo.
Fantastico nella versione invecchiata tre anni, mantecato con crema di basilico napoletano, scampo alla vaniglia, fiori, cedro e yogurt di bufala. Cremoso, avvolgente, intenso, con contrappunti acidi, dolci, freschi.
Lo spaghettone di grano duro, mantecato al totano rosso e zucca gialla al profumo di maggiorana, zuppa di tarallo napoletano, extravergine di oliva e pepe affumicato, è una preparazione più maschia, rustica, ma sempre convincente.
In cucina non hanno difficoltà a spaziare su terreni diversi ma sempre con cognizione di causa.
E così il San Pietro alla plancia, in crosta di olive nere di Gaeta, lardo e pomodori secchi, cremoso di finocchi al Pernod, olio e pepe nero, dimostra le già conclamate capacità di Deleo di districarsi tra un nugolo di elementi differenti senza cadere, però, nella tentazione di strafare. Anche in questo piatto c’è un quid pluris, il finocchio al Pernod, che fa comprendere che pensare prima di mettersi ai fornelli è importante. E’ una cucina studiata, non occasionale.
La “ricciola”, cotta a bassa temperatura e servita in guazzetto di vongole veraci e lupini gialli, tortino di riso selvaggio e cipollotto fresco all’extravergine, è perfetta nella sua semplicità.
Materia prima, è giusto sottolinearlo, difficile da eguagliare.
Il “surf ‘n turf” nostrano, la “guancia e il gambero rosso”, ha, come spesso accade nelle preparazioni miste carne/pesce (o crostacei), un legame precario.
La guancia è, come si conviene, per esaltarne la tenerezza e l’allappo (Powered by Sararlo :-)), cotta a bassa temperatura, accompagnata da cremoso di fagioli cannellini, patate viola, gambero rosso arrosto, tartufo nero estivo e riduzione di campari. Ecco, se quel pregevole crostaceo (più un divertissement che altro) non ci fosse stato saremmo qui a commentare un’ altra notevole creazione. Buonissimi separati, la carne e il gambero non convincono appieno in un sol boccone.
Poi la “variazione di agnello” e si torna ai piani alti. Lombetto – salsiccia – rotolino –parfaitIl parfait è una preparazione dolce di origine francese: si tratta di un gelato del tipo semifreddo, leggero, molto delicato e soffice come una spuma, confezionato con un unico composto di base (frutta secca, cioccolato o anche prodotti salati e vegetali).... Leggi. Serviti con caponatina di melanzane, purea d’aglio orsino dolce, salsa alla menta piperita e mandorle tostate. Deleo ci sa fare, signori miei.
Capitolo dolci. Spesso croce e delizia dei ristoranti nostrani. Parliamo chiaro, se non ha un gran pasticciere, è difficile che lo chef dedichi molta attenzione a questa fase del pasto. La pasticceria è una scienza a parte, fatta di dosi, proporzioni, non può essere concesso nulla al caso.
A L’Accanto la volontà di far bene per non lasciare…l’amaro in bocca al cliente c’è tutta ed i risultati sono incoraggianti.
Il gelato alla mozzarella di bufala con centrifugato di pesca e spezie è un piacevole gioco, un ponte tra il salato e il dolce. Felicemente rispettato il gusto originario del latticino.
Quindi le nostre scelte:”La mandorla e la ciliegia”.
Il cremoso di mandorla e cioccolato bianco, con zuppetta di ciliegie, profumate alla lavanda, biscotto sbrisolona, gelato al caramello salato, è molto, molto buono. Contrasti di consistenze e gusti regalano attimi di piacere. Ruolo centrale per la lavanda.
“Il limone”. Semplice e ben fatto il tortino al cuore morbido di limone e verbena.
La cottura ideale rende fragrante e umorale l’interno che sprigiona i piacevoli profumi della Costiera.
Piccola pasticceria di ottima fattura chiude un percorso di livello molto elevato, che ha pochi pari in regione ed in tutto il meridione.
La cucina di Deleo coinvolge, è pensata, misurata ma osa, non resta ferma al palo del perfetto trancio di pesce con verdurine. Deleo cerca di coinvolgere tutti i sensi, i piatti sono presentati in modo impeccabile, puliti con un’estetica accattivante. Ma non si ferma qui, punta dritto al gusto, trovando equilibrio, solo all’apparenza precario, tra i millanta ingredienti utilizzati. E’ in netta crescita e ci sentiamo di premiarlo con una votazione lusinghiera, certi che anche in futuro non deluderà le, oramai elevate, aspettative.
il pregio: Oltre la cucina ? il panorama …
il difetto: La carta dei vini, poco attraente e con ricarichi significativi
Accanto dell’Hotel Angiolieri Palace
Via Santa Maria Vecchia, 2
Seiano di Vico Equense (NA) – Penisola Sorrentina
Tel +39 0818029161
Il ristorante L’Accanto è aperto a pranzo e cena tutti i giorni.
Chiusura invernale dal 7/11 al 14/4.
Prezzi: alla carta 80 – 100 euro
Menù degustazione :70, 95, 110 euro
Visitato nel mese di Settembre 2010
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Fabio Fiorillo
riso acquerello belissimo
Intanto sono felice di questa "deriva" campana del sito :) Non mi sorprendo ad allinearmi spesso con le vostre recensioni dei ristoranti della regione perchè gia nella guida Gourmet 2009, dove molte firme erano le vostre, si faceva a mio parere un po' di giustizia ... Nello specifico proprio per questa sintonia correrò da De Leo dal quale manco da troppo tempo. Una curiosità: Hanno sostituito i bicchieri quadri dai quali era praticamente impossibile bere senza bagnarsi?
Si , adesso hanno quei bicchieri in vetro soffiato colorati a pois ( per l'acqua) , mentre i bicchieri da vino sono normali.
meglio di Don Alfonso? :-O
Certo Tenente, per noi si. benvenuto :wink:
grande Michele!!!
Vico Equense docet
michele sei il numero 1
credo che in assoluto lo chef d eleo e il numero 1
Intendi in costiera o nel mondo? :-D