Passione Gourmet Martin Berasategui, Lasarte. Paesi Baschi - di Rob78 - Passione Gourmet

Martin Berasategui, Lasarte. Paesi Baschi – di Rob78

Ristorante
Recensito da

Valutazione

18/20 Cucina prevalentemente di avanguardia

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

Img_2736

Recensione ristorante.

Che fine ha fatto il tanto pubblicizzato e mediatico “Sistema Spagna”? Come mai si sente parlare sempre meno degli chef iberici?
E’ stato un grande bluff? Cosa è rimasto nel piatto dopo che il fumo è svanito?
Sono queste le domande che mi accompagnano mentre passo il confine franco-ispanico.


La prima tappa è fissata a Lasarte: Martin Berasategui.
Sorvolerò, forse ingenuamente, sull’appartenenza reale o presunta dei Paesi Baschi alla Spagna. Così dice la costituzione post-franchista del 1978 e tanto mi basta.
Il locale è indubbiamente di gran classe e il personale di sala che si sforza di parlare italiano (in quale altra Nazione che non sia Italia succede?!) certo predispone molto bene alla cena.
L’invito del Maitre è di orientarsi verso il menu degustazione: così sia.
La richiesta di essere accompagnati al calice con etichette spagnole viene accontentato senza se e senza ma.
Ed ecco iniziare le danze….
Cosa ho trovato?
Ho trovato un classico che reinventa se stesso. Premetto, non è stato facile dare un voto a questa cena, ma alla fine mi sono legato (come sempre nel mio caso) a una sensazione finale più che a una valutazione aritmetica della media dei piatti.
2010 – 2002: non sono numeri da giocare al lotto ma le date di creazione di quelli che ho trovato i piatti migliori. Uno dei più vecchi e il più recente, segno che Martin non ha esaurito la sua vena creativa.
Non sono mai stato un nemico di schiume e sferificazioni, continuo a non esserlo a patto che abbiano un senso a livello gustativo. Martin di schiume ne usa molte (troppe?), ma riesce anche a dargli un senso.
E’ palese il legame al territorio, principalmente nell’uso di proteine animali (maiale quasi onnipresente), che a volte, in verità, sconfina nell’abuso. Ma è nel DNA di questa gente e del loro modo di intendere la cucina.
C’è indubbiamente la spasmodica ricerca dell’equilibrio: tra mille stimoli si trova sempre il bandolo della matassa, quel filo conduttore che permette di godere e decifrare il piatto.
Qualcosa di sbagliato c’è, ma ci sono anche due assoluti capolavori.
Menu godibile, dove la componente lipidica, ampiamente presente, è compensata da acidità e vegetali.
La cosa più incredibile è l’equilibrio raggiunto tra una miriade di ingredienti, a prima occhiata impossibile. Equilibrio di sapori e consistenze e, udite udite, leggerezza.
Pasticceria di livello mostruoso: 2 dessert grandiosi.
Non è il tipo di cucina che io prediligo, ma è una grande cucina.

D’altra parte, il GdF mi insegna, dobbiamo valutare per quello che è e non per quello che vorremmo che fosse.

1° tappa, 1° risposta: aspettiamo a suonare il requiem perché la cucina spagnola non è ancora bollita.

2010 SALMONE DI KEIA con alghe marine, polvere di nocciola, caffè e vaniglia: Buon inizio, fresco, complesso ma facilmente godibile. Materia prima notevole.

Img_2743

1995 MILLEFOGLIE CARAMELLATO di anguilla affumicata, foie gras, cipollotto e mela verde: quasi emozionante vederlo arrivare al tavolo. Quante rivisitazioni di questo piatto ho visto nelle mie gastro-scorribande, finalmente l’opera prima. 15 anni e non sentirli. Perfetto in consistenze, equilibri tra acidità e grassezza, gusto. Il ’95 deve essere stata una gran bella annata a Lasarte.

Img_2743

2001 BRODO DI CALAMARI e ravioli della sua tinta, croccante di riso: la sapidità è accentuata, ma ho notato essere una caratteristica comune a tutte le tavole basche. Il raviolo esplode in bocca lasciando, oltre la sorpresa, anche un persistente gusto di calamaro. Ludico e gustoso.

Img_2743

2010 FALSO CANNELLONE DI PANCETTA IBERICA FARCITA CON OSTRICHE e polpo al vino bianco ,olio di peperoncino. Nel “campionato delle foto o dei menu elencati”, questo piatto non si classificherebbe nemmeno tra i primi 100. Esteticamente bruttino. Poi l’elenco degli ingredienti è di quelli da far tremare i polsi. Per fortuna esiste anche un altro campionato, quello del gusto. Non ci crederete, ma questo “cannellone” è da sobbalzo sulla sedia. La grandezza di questo chef sta proprio nel trovare equilibri insperati.

Img_2743

2009 FALSO RISOTTO DI PERLE DI FINOCCHIO CRUDO : altra schiuma, ma anche altro grande piatto. Una concentrazione esplosiva di sapore di finocchio, con una lieve nota di parmigiano data dalla schiuma. La sensazione sotto i denti è proprio quello del riso, in realtà è tutto vegetale.

Img_2743

2009 BONBON DI FORMAGGIO ALL’OLIO DI OLIVA CARABAÑA con indivia, brodo di cipolla rossa e guancie di maiale croccante: questo piatto non l’ho proprio capito. E la perplessità non è tanto legata alla sferificazione del formaggio (che francamente ha un po’ stufato), quanto alla co-esistenza di una forte presenza lattiginosa (il bon bon esplode in bocca foderando il palato di latte) con un brodo acido di cipolla. Confusione.

Img_2743

2007 TUORLO D’UOVO CASERECCIO con barbabietola all’ insalata liquida di erbe, carpaccio di stracotto basco e formaggio: si ritorna sui temi dell’eleganza e della vegetalità, nonostante la costante presenza di almeno 5-6 ingredienti. Piatto acido e voluttuoso. Solito misterioso equilibrio.

Img_2743

Img_2743

2002 INSALATA TIEPIDA DI CUORI DI VERDURA con crostacei, crema di lattuga casereccia e salsa iodata, all’olio “Pago de los Baldíos de San Carlos”: Capolavoro assoluto. Alla base una gelatina di acqua di pomodoro (molto acida) e sopra un inno a Madre Natura.

Img_2743

2008 TRIGLIA ARROSTITA, schiuma di cioccolato bianco, scaglie cristallizzate, coda di maiale: sarei curioso di conoscere il motivo che porta a inserire in un piatto così una razione extra di collagene data dal povero suino, di per sé ottimo, ma che ha l’effetto di un martello contro una scultura di Michelangelo. La triglia è notevole, ottima la textura data dalle scaglie rese croccanti, ma il maiale proprio no, non l’avevo considerato…

Img_2743

2008 PICCIONE DI ARAIZ ARROSTITO con pasta fresca ripiena di funghi all’erba cipollina, piccoli tocchi di crema tartufata. Ottimo piccione, cotto perfettamente, ottimi i funghi di accompagnamento.

Img_2743

2008 ESSENZA DI BASILICO E FAGIOLI VERDI con sorbetto di lime, granita di ginepro e fiocchi di mandorle crude: sui dessert si alza ancora il livello. Difficile trovare due dolci così interessanti tra i menu dei tri-stellati europei. Berasategui si conferma anche un grande pasticcere.

Img_2743

2010 CIOCCOLATO E MIELE D´ACACIA con gelato di caffè amaro irlandese e granita di whisky

Img_2743

Le etichette iberiche in accompagnamento:

Img_2743

Img_2743

Img_2743

il pregio : Servizio in sala di attenzione e simpatia unica .

il difetto : Alcuni passaggi del menu risultano ripetitivi.

Martin Berasategui
Loidi Kalea, 4
Lasarte-Oria , GIPUZKOA
+39.94.3366471
Chiuso domenica sera, l’intero lunedì e martedì
Menu degustazione: 155 euro + 7% IVA
Alla carta: 150 euro
Degustazione al calice proposta: 23 euro + 7% IVA

Visitato nell’aprile 2010

http://www.martinberasategui.com/

Visualizzazione ingrandita della mappa

Rob78

18 Commenti.

  • chanandler31 Maggio 2010

    cmq anche avessi voluto fosse diverso, sarebbe stato difficile immaginarlo così suppongo...la media aritmetica, risultato di voti ai singoli piatti, sarebbe comunque stata molto simile giudicando dai commenti..

  • rob781 Giugno 2010

    Intendevo dire che amo maggiormente una cucina di "sintesi", con meno ingredienti nel piatto. Detto questo, non ho dubbi nell'inserire Berasategui tra i grandi europei (anche perchè il flusso di stagisti italiani verso la sua cucina è continuo, non ci rendiamo nemmeno conto di quanti siano i richiami nei piatti dei nostri chef al cuoco di Lasarte!)

  • rob781 Giugno 2010

    Sì è vero, anche Mauro Uliassi sforna dessert molto interessanti. Ecco, in riferimento a quanto detto sopra, credo che la cucina di Uliassi sia sempre stata una delle più influenzate da quella di Martin. Credo sia un grande estimatore del cuoco di Lasarte. Ricordo ancora un piatto di qualche anno fa a Senigallia che si chiamava "insalata di verdure...Omaggio a Martin Berasategui"..

  • matteo1 Giugno 2010

    buon giorno

  • Presidente1 Giugno 2010

    Buongiorno chef .

  • matteo1 Giugno 2010

    grande cuoco ma sopratutto grande persona ,grazie martin

  • matteo1 Giugno 2010

    grande cuoco ma sopratutto grande persona ,grazie martin.

  • Puccio1 Giugno 2010

    Ciao Rob ma quelli nel primo dessert non sono pisselli lacrima di Costa? Sono tipici di Guipuzcoa...

  • sararlo1 Giugno 2010

    Complimenti (anche per le photo).

  • Roberto2 Giugno 2010

    Se possibile un altra recensione di Francone sarebbe molto gradita , spero non sia l'unica....

  • Il Guardiano del Faro2 Giugno 2010

    L'unico problema per rifarne una di un certo spessore è che bisognerebbe convincere di nuovo quel fotografo che l'ha seguito tutto il giorno per Vonnas a rimettersi a disposizione. Quindi dovrebbe andare a prenderlo a casa, portarselo dietro per tutto il sud della Francia in posti tipo Michel Trama o Michel Guerard , in modo che anche l'autore trovi spazio emotivo dove trovare l'ispirazione folgorante :-)

  • emanuele barbaresi2 Giugno 2010

    Sì, l'insalata tiepida di verdura, crostacei, petali di fiori, crema di lattuga e salsa iodata è un capolavoro assoluto. Ricordo che quando l'ho assaggiata, cinque anni fa (però la presentazione era migliore), se la "giocava" con un'altra strepitosa "insalata" basca, quella di verdure arrostite e crude, petali di fiori, germogli e foglie selvagge e coltivate, salsa Emmentaler, firmata da Aduriz. Diciamo 19,5/20 la prima e 20/20 la seconda... Quanto al millefoglie caramellato, è in effetti un piatto che ha fatto scuola. Senz'altro uno dei più copiati d'Europa. Dicamo che, sotto questo aspetto, se la vede con la passatina di Pierangelini. Comunque mi sembra di capire che Berasategui, che l'ultima volta avevo visto un po' appannato, sia in ripresa. E la cosa mi fa piacere, anche perché - come ha fatto chiaramente capire Rob - la sua capacità di trovare equilibri perfetti nonostante l'uso di tantissimi ingredienti teme pochi confronti.

  • chanandler2 Giugno 2010

    a sensazione i piatti non mi sembrano bellissimi...chiaramente il tutto rimane soggettivo...rapportato ad altri grandi spagnoli sono meno d'impatto...il tuorlo é pure bruttino..quel verde ricorda slaimer(o come cacchio si scrive) dei ghostbuster:)

  • massisol2 Giugno 2010

    sì vabbeh... ma voi due fatevi vedere! :)

  • Roberto2 Giugno 2010

    Secondo me si lascia convincere senza opporre resistenza.

  • dtrpisis3 Giugno 2010

    Il Vissani di spagna per la semplicita,apparente,di unire ingredienti cosi distanti fra loro?! Il piccione è stupendo.mi sapresti dire che caratteritiche ha l'animale?non avevo mai sentito il piccione di araiz prima d'ora. grazie per l'attenzione.davvero una recensione bene fatta.

  • rob783 Giugno 2010

    Sì, il paragone mi sembra calzante! Per il piccione : http://www.araiz.com/ Grazie per i complimenti!

  • Tommaso T.22 Giugno 2010

    Ci sono stato un paio di anni fa. Piacevole serata. Mia moglie sostiene di avermanguato la più buona trippa della sua vita. Da segnalare anche la cortesia dello chef che diversamente da quanto spesso succede in Italia dove o non ci sono o se ci sono corteggiano solo alcuni clienti, ci ha addirittura raggiunto sul vialetto d'uscita verso il parcheggio per salutarci e chiederci se tutto era stato soddisfacente. La cortesia dei cuochi spagnoli è molto superiore alla nostra.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *