Passione Gourmet La Peca, Nicola Portinari . Lonigo (VI) By Norbert e Rob78 - Passione Gourmet

La Peca, Nicola Portinari . Lonigo (VI) By Norbert e Rob78

Recensito da Presidente

Valutazione

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

A Lonigo si respira l’aria della grande Maison: è forse questo il primo pregio della Peca, la sensazione del ristorante di famiglia, della “casata”, di una struttura ben solida.
Infatti la Peca, magnifico ristorante tutto legno e vetri con cantina a vista e splendido panorama sulle campagne di Lonigo, a pochi passi dalla Chiesa medievale di S. Daniele, è un tempio che i Portinari, Nicola e Pierluigi in primis,hanno consacrato al benessere del cliente.
La calorosa accoglienza della moglie di Pierluigi,la luminosa sala al primo piano che attende i fortunati avventori,la grande professionalità che traspare da tanti particolari, permetteranno a chiunque di fare un’esperienza a tutto tondo davvero significativa.


La filosofia culinaria dello chef, Nicola Portinari, si affida a solide basi tradizionali venete che vengono alleggerite e filtrate dalla sua mano, lasciando nitida in ogni piatto l’impronta del territorio.
Insomma, alla Peca si sta un gran bene e la voglia di ritornare è assicurata.
Perché allora 16/20? Paradossalmente, la spiegazione sta nei magnifici dessert, tutti fenomenali.
Ci spieghiamo meglio: la parte salata del pranzo è stata impeccabile, ottimamente eseguita, mirata alla ricerca dell’armonia. Giocata molto sulle note dolci, elegante, ma senza guizzi. Ci permettiamo, un pochino noiosa. Gioverebbe forse la ricerca di qualche contrasto in più, qualche contrappunto acido-amaro a rendere il tutto più completo (vedi la Pappa al Pomodoro). Situazione rovesciata nei dolci, curati da Pierluigi P. , tra i migliori provati quest’anno, originali e stimolanti sia nella costruzione che nella realizzazione.
Ecco spiegato il 16: questa cucina può osare di più.
Alla fine, la sala piena è già di per sé una risposta alle nostre elucubrazioni ( la clientela di un ristorante non è costituita sempre da gourmet smaliziati, anzi ), ma questo è il nostro umile pensiero.
Nicola Portinari è bravissimo, la sua cucina è fine ed elegante, ma viaggia col freno a mano tirato.
Capace di piatti favolosi e di altri ottimi ma un po’ banali.
A scuola ci dicevano: “E’ bravo, ma non si applica”.
E si sa, ai bravi si chiede sempre quel qualcosa in più. Quello che noi chiediamo alla Famiglia Portinari.
Si parte con delle Tagliatelle di seppia aglio olio e peperoncino ( immagine in apertura ), già viste altrove ma eseguite in modo impeccabile.

Buono il Millefoglie con farina di alghe, occhiona, canocchie e caprino

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un divertissement con lo iodato in varie sfumature accompagnato per mano dal grasso del formaggio.
Focaccia alle alghe con germogli primaverili in agrodolce maccarello e alici marinate

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il colpo da KO, probabilmente il piatto della giornata. Un panino di mare, fra lo iodato dell’alice stemperato dal tenero maccarello e il forte sostegno delle alghe. Divertente, gustoso, complesso.
Pappa al pomodoro con calamaretti spillo , zotoli e canoce , spuma di patate e salsa di mosciame e alghe:

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che dire, ineccepibile dal punto di vista tecnico. Grande materia prima, ottimamente trattata, ma piatto decisamente troppo virato sul dolce, un po’ monotono. Forse qualche contrappunto acido e/o croccante non guasterebbe. Nell’ottica più ampia del menu, ridondante l’uso delle alghe ( anche se corretto in questo piatto ).
Canocchie con porcini e salsiccia calabrese

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tapas di canocchia, un boccone e via. Sfizioso.
Caramella di foie gras con mela e liquirizia

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un piacevole esercizio di stile. Il dolciastro della liquirizia, ricorrente nella cucina della Peca, si integra perfettamente con l’aspro della mela e funge da ponte col foie gras. Piatto di grande golosità.
Crema di mais, lumache, funghi e perle di Asiago

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il cereale funge da base per funghi e lumache; la terra protagonista rinforzata dalla pienezza del grasso del formaggio.
Parmigiana di melanzane al cucchiaio, ragù di carne e maccheroncini al basilico friabili

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riuscita questa destrutturazione di un grande classico della cucina. Ottimo il gioco di consistenze.

Bigoli integrali con acciughe alici marinate e gelato di cipolle di Tropea

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Un piatto simbolo di Nicola Portinari.La variazione di sapidità è la struttura di questa pietanza , penalizzata però dall’eccesso di olio nel piatto.

Acqua matta, triglia,code di rospo, dentice e san pietro.Una rivisitazione dell’acqua pazza,questa volta gelatinizzata e servita a temperatura ambiente. Qualità del pesce in primo piano. Piatto di grande eleganza nel suo insieme, ma ancora una volta manca quel quid per farti sobbalzare dalla sedia. Un ottimo piatto di pesce. Ma niente di più.

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Sui secondi di carne stessa musica: belli, gustosi, ben fatti, ma….
Anatra croccante e fondente, cremino di fagioli

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Anguilla fritta ai limoni gardesani canditi in salamoia con misticanza di erbe, lampascioni e frutti rossi

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Carrè di cervo in panure di erbe con melone, finferli e salsa al cassis

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A questo punto si cambia marcia, scatto bruciante manco fossimo su una Lamborghini Gallardo.
Soffice di mascarpone con zabaione al Pignoletto Passito, terra di nocciole alla cannella e fave di cacao
Meringa ghiacciata allo Yogurt e limone verde in zuppa di frutti di bosco al sambuco
Bignè nudi con sfoglia caramellata, crema alla fava Tonka sotto fumo aromatico
Come una cassata ai mandarini con gelato ai pistacchio di Bronte e capperi disidratati ( Un pezzo di Sicilia in bocca con quell’idea di salato a stemperare. Davvero notevole ) .
Mousse di liquirizia con gelatina al lime e salsa di limone e menta
Nocciola delle langhe in 4 versioni:semifreddo con biscotto, cremino, mousse e tortino.
Parfait di cioccolato con gelato all’anice, meringhe speziate con mousse di liquirizia.
Tortino di ciliegie caldo e latte alle armelline amare con sorbetto alle albicocche.

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Una maratona di tutta la carta dei dessert, ma non preoccupatevi per la nostra glicemia, eravamo in tre (!)
Semplicemente favolosi, originali per concezione ed esecuzione. Gustosi e stimolanti.
Podio alto per i bignè, la mousse di liquirizia e la cassata “capperizzata”.
Sì dolce, ma anche acido, amaro, salato. Persistenza. Complessità, la stessa che ci sarebbe piaciuta vedere anche con continuità nel resto del pranzo (ribadiamo, comunque OTTIMO)
Il pranzo è stato accompagnato con grande soddisfazione da 2 Anjou e una Garganega locale scelti dalla monumentale “enciclopedia” dei vini:
Anjou – Les Nourrissons – Chenin Blanc – S. Bernaudeau – Thouarce – Loira 2005: Nasce da 80% Chenin Blanc e 20% Verdelot coltivate nel vigneto omonimo di 0,7 ha lavorato in biodinamica. Grande Eleganza.

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Anjou – Les Fouchardes – Chenin Blanc – Ferme de La Sansonniere – Mark Angeli – Anjou 2006 : Chenin blanc, 0,50 ha coltivati in biodinamica

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V. T. Taibane – Garganega – Angiolino Maule – Gambellara (Vi) : Garganega in purezza raccolta tardiva, fine novembre o primi di dicembre, normalmente con una buona parte di acini botritizzati.

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il pregio : Una cucina di territorio elegante ed alleggerita, dessert di altissimo livello.

il difetto : una cucina senza guizzi.

Ristorante La Peca
Nicola Portinari
via Giovanelli, 2
36045 Lonigo (VI)
Tel. ( + 39 ) 0444 830214
Chiuso Domenica sera e lunedì
Nei mesi estivi anche domenica a pranzo
Due settimane in Agosto
Menu degustazione: 95-110 euro
Alla carta: 110 euro

Visitato nell’ottobre 2009

http://www.lapeca.it/

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Rob78 e Norbert

25 Commenti.

  • azazel24 Novembre 2009

    Mi sento per una volta di dissentire dalla valutazione. Dando per scontato che non sia variato molto dalla mia visita, anch'essa in ottobre, devo dire che a livello di centralità gustativa siamo sempre sopra il 16. Più che il freno a mano tirato direi un'aspirazione neoclassica della cucina. Ma molto pensata anche se senza rischi da giro della morte. Concordo sui dessert. Questo è un bel 17 per me, e se usassimo i mezzi punti metterei pure il mezzo.. comunque bravi (poi la valutazione va da palato a palato, vedo che quando c'è norbert le vostre valutazioni si discostano sempre un po' dalle mie)!

  • Rob7824 Novembre 2009

    Caro Azazel, ammetto di essere stato molto incerto tra il 16 e il 17. Con Norbert ci siamo confronatti molto e la spiegazione del 16 sta nella scheda. Mi piace la tua definizione "neoclassica", per me è una grande cucina che si gioverebbe non poco della ricerca di qualche contrasto. Alle volte mi è sembrata troppo lieve, forse qualche rischio in più Portinari se lo potrebbe permettere. Perchè è indiscutibile la sua qualità in cucina. Come è indiscutibile la bellezza di questo ristorante. Ai grandissimi noi richiediamo questo. Pronti a ricrederci con una prossima visita, perchè questo è certamente un posto in cui la voglia di tornare non manca.

  • norbert24 Novembre 2009

    @Azazel La mancanza di guizzi non è una nota a margine ma,in ristoranti come questi dove la mano dello chef è davvero notevole,è un vero e proprio difetto. Concordo con te sul 17. Ma per il momento è ancora potenziale. Che la nostra scheda(a leggerla bene da 16,5 comunque) sproni i Portinari a raggiungere il livello dei dolci. Un saluto

  • Pat Garrett24 Novembre 2009

    acc.. che invidia, anche i vini scelti sono uno spettacolo!

  • emanuelle24 Novembre 2009

    Volendo sorvolare sull'atteggiamento da professoroni di cucina, perchè probabilmente lo siete:ma senza quella spettacolare serie di dolci che vi hanno entusiasmato al massimo livello che gli davate ai piatti salati di media?14 ? Ma secondo voi che starà pensando uno chef da due stelle Michelin col locale pieno leggendo quello che avrebbe dovuto fare secondo voi?

  • Pat Garrett24 Novembre 2009

    Quoto, qui il 16 va veramente stretto!! Come era (per me) di manica larga il 18 a Villa Crespi

  • Rob7824 Novembre 2009

    Ma perchè se uno esprime un giudizio garbatamente deve essere tacciato come "professorone"? Non mi considero tale, ma tento di dare una mia interpretazione di quello che trovo nel piatto. Come abbiamo già scritto io e Norbert nella recensione, lo chef da due stelle Michelin col locale pieno sarà contentissimo del suo lavoro. Le nostre sono solo impressioni e davvero non ci aspettiamo che cambi il suo modo di fare ristorazione. Libero lui di cucinare quello che gli garba, liberi noi però di dare dei consigli o delle valutazioni, basta che non siano offensivi (e non mi sembra il caso) Per rispondere alla sua domanda, senza quella spettacolare serie di dolci il voto probabilmente sarebbe stato lo stesso 16, ma senza quell'entusiamo dimostrato comunque nella recensione e senza spinte verso il 17. Ripeto, la spiegazione del voto (condivisibile o meno, per carità!) sta nella recensione stessa.

  • emanuelle24 Novembre 2009

    La critica vi piace farla sull'oggettività o sulle supposizioni? E la votazione in matematica come farebbe a dare comunque 16? "siete bravi ma non si applicate?"

  • Luca24 Novembre 2009

    Provato 6 mesi fa, quoto la recensione, un ottimo ristorante, ma senza quel tocco in piu' che provoca emozioni e fa ricordare un piatto nel tempo e poi troppe rivisitazioni di piatti classici. Per me uno chef per essere un grandissimo deve creare dei piatti e non rielaborarli. Luca C

  • Rob7824 Novembre 2009

    Caro Emanuelle, come mai tutto questo astio? Ho capito che non è d'accordo sul 16, il suo giudizio è più che rispettabile. Ci dica cosa ha mangiato lei nelle sue visite alla Peca e quali sono le cose che più le piacciano della cucina dei Portinari. Così ci confrontiamo. Altrimenti stiamo solo a rimbalzarci le accuse

  • emanuelle24 Novembre 2009

    No astio roby, no accuse. Dialoga. Si capisce che sei un bravo ragazzo a modo, non trincerarti, hai sicuramente molto da esprimere. Non importa se ci sono andata (perchè caro?), o con chi, o perchè, se puoi rimani sull'oggetto, non chiudere la porticina per farmi credere di non aver capito.

  • Puccio24 Novembre 2009

    Bene, al pranzo in questione ero il terzo partecipante, e come recita il detto, tra i due partecipanti il terzo gode... infatti a mio parere è stato un pranzo impeccabile da 17 pieno. L'unica nota negativa (e spero che sia stato un caso perchè altrimenti sarebbe un vero peccato) sono stati i pani... una miriade di tipologie che però sono risultate tutte troppo secche. Per il resto che dire... una mano eccellente sia sul versante mare, sia su quello di terra, succulenza allo stato puro, cotture perfette e tecniche di cottura perfettamente abbinate al tipo di materia prima. Il versante dolci può essere descritto solo con una parola: libidine allo stato puro.

  • rob7824 Novembre 2009

    Perdonami il caro, ti scambiavo per un maschietto. Ti ringrazio per il bravo ragazzo, non sarò di certo io a bloccare il dialogo o a trincerarmi. Ma non ho capito cosa mi chiedi se non vuoi confrortarti sulla cucina della Peca. Non amo applicare la matematica alle mie uscite al ristorante, questo vale per questa recensione che ho fatto con Norbert come per tutte le altre precedentemente a mia firma. Non faccio medie dei piatti ma cerco di dare una valutazione all'esperienza nel suo totale e soprattutto cerco di spiegare il perchè di alcune mie impressioni. La Peca per alcuni può essere 16, per altri 16,5, altri ancora 17. Non è questo il punto, e spero davvero che chi ci legge non si fissi solo sul voto. Secondo me, come ho già scritto e detto anche allo stesso Portinari alla fine del pranzo, è una cucina molto piacevole e fine che troverebbe però grande giovamento dalla ricerca di qualche contrasto. Per intenderci, più focacce alle alghe e meno pappe al pomodoro. Poi, se la sua clientela vuole piatti molto virati sul dolce come la pappa al pomodoro, fa benissimo lui a proporli e non sarò certo io ad insegnargli come fare il suo lavoro (che è quello di chef ma anche di ristoratore). Ben vengano tutte le impressioni lontane dalla mia (tra l'altro un caro amico che era presente con me e Norbert a questo pranzo, è rimasto estasiato da questa cucina)

  • Puccio24 Novembre 2009

    A questo punto mi tocca seguire la scia di Luigi Cremona e pormi una domanda: dopo aver letto la rece di Alberto sul buon Filippetto mi ci sono fiondato immediatamente (anzi due volte nel giro di un mese e mezzo) e subitaneamente dopo sono andato a pranzo alla Peca. Vediamo un pò: Portinari- Filippetto 16-17. C'è qualcosa che non và... Premettendo che la cucina di Davide è una delle più golose che abbia mai provato (dovreste sentire il krapfen alla mortadella...) e sono in linea con il palato di Alberto e non smetterò mai di ringraziarlo per avermi fatto conoscere questo posto, tra le due cucine c'è un "abisso" (ovviamente in favore della Peca)... sarei curioso di un resoconto da parte di Norbert del suddetto ristorante di Borgoricco... credo che da parte sua un 14 sarebbe regalato...

  • norbert24 Novembre 2009

    Scusami,invece importa se ci sei andata o meno proprio per rimanere sull'oggetto. Se non ci sei stata come facciamo a confrontarci? Viceversa se ci sei stata cosa ,nello specifico o negli specifici piatti,ti ha lasciato perplesso della nostra recensione? Che mi sembra chiarissima riguardo le nostre impressioni e le potenzialità dei Portinari,tra l'altro ottimi padroni di casa. Altrimenti è un discorso sterile il tuo,che non mi sembra porti da nessuna parte.

  • norbert24 Novembre 2009

    Scusa Puccio che vorresti dire? Ti prego sii meno criptico.-----

  • norbert24 Novembre 2009

    Cioè se sei in linea col palato di Alberto e confermi il 17 a Storie d'amore e ribadisci l'abisso quanto daresti alla Peca? 19?

  • Puccio24 Novembre 2009

    Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro... quello che volevo dire è che c'è una grossa disparità nei giudizi di uno o l'altro recensore... Questo è evidenziato soprattutto dalle votazioni dei ristoranti che ho citato... La Peca è ovviamente e inequivocabilmente sopra alle storie d'amore, oggettivamente. Quindi c'è qualcosa che non và...

  • norbert24 Novembre 2009

    Se lo dici tu che c'è qualcosa che non va.... Io da Filippetto non ci sono mai stato e quindi non mi sono espresso. Tu sei stato da tutti e due. Quali valutazioni numeriche daresti partendo dal fatto che essendo in linea col palato di Alberto parti dal 17 di Filippetto?

  • alberto cauzzi24 Novembre 2009

    Io sono stato sia alla Peca che da Filippetto. La Peca vale tra 16 e 17, dipende dalle volte. Comunque siamo li. Filippetto anche, non è certamente un 15. Se per te così non è allora è un altro discorso. I voti secchi, senza i mezzi, impongo scelte. O slanci in avanti o frenate prudenti ... Per curiosità ... Filippetto e la Peca quanto valgono in 20imi ?

  • Puccio24 Novembre 2009

    @ Norbert: il fatto che dica di essere in linea con Alberto non sottintende che gli darei lo stesso voto, questo lo dici tu... @ Alberto: come ho scritto in qualche post precedente la Peca è un bel 17, Filippetto, con buoni propositi è un 16.

  • norbert24 Novembre 2009

    Noto con piacere che "l'abisso" si sia ridotto ad un punto......

  • Puccio24 Novembre 2009

    Infatti era tra ""...

  • emanuele barbaresi29 Novembre 2009

    La Peca, ovvero grande tecnica di base, piatti con una tendenza predominante dolce, pochi veri guizzi, a volte esercizi di stile un po' fini a se stessi. E i dolci restano senz'altro il settore migliore del menu. Concordo, in altre parole, con quanto ha scritto la coppia Rob78-Norbert. Senza ombra di dubbio un 16, per me però pieno e non "largo". A dirla tutta è un ristorante che sembra da anni sulla rampa di lancia, ma che non decolla davvero mai. Non per nulla la mia cena migliore lì è stata la prima, nel... 1997! Francamente allora avevo intravisto potenzialità maggiori, che poi non si sono espresse. Resta un luogo di grande piacevolezza, ma ultimamente quando sono passato di lì sono finito sempre per andare dai Perbellini. E un motivo ci sarà.

  • Cris12 Dicembre 2009

    Una curiosità, per cortesia: nella Guida Gourmet mi sembra (se sbaglio chiedo venia) che la nota negativa fossero i dolci non all'altezza degli altri piatti, mentre ora il giudizio è opposto. Evoluzioni "in pasticceria" o un passo indietro sul resto? Grazie e bella recensione davvero.

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