Passione Gourmet Noma, Renè Redzepi . Copenaghen - By Alberto Cauzzi - Passione Gourmet

Noma, Renè Redzepi . Copenaghen – By Alberto Cauzzi

Recensito da Presidente

Valutazione

S.V.

Pregi

Difetti

Visitato il 04-2024

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Questa valutazione, di archivio, è stata aggiornata da una più recente pubblicazione che trovate qui

Recensione ristorante.

Esiste una cucina d’autore Danese pre e post Renè Redzepi. Prima dell’avvento di questo gentile e cordiale folletto l’alta cucina Danese era totalmente appiattita nello scimmiottare, malamente, lo stile franco-italiano. Poi arriva lui, dopo importanti esperienze al French Laundry, a el Bulli e al al Jardin de Sens, e sconvolge, rivoluziona, definisce un nuovo paradigma in maniera così profonda tanto da meritarsi l’appellativo di precursore della “New Nordic Cuisine”. Una cucina fatta di ingredienti locali, bacche, muschi, licheni, funghi, erbe spontanee e tutto il sensazionale pescato del mare del nord. Un trionfo di buoi muschiati, granchi degli abissi marini, aragoste delle Far Oer, tartufi del Gotland, germogli di felce o trifogli acetosi dei boschi danesi sino allo skyr, formaggio da latte fermentato di cui già i Vichinghi si nutrivano dopo aver riposto le loro spade a doppia impugnatura. Un mondo affascinate,nuovo, intrigante. Mi sono recato con grandi aspettative al Noma, in parte confermate ed in parte disattese. Confermate perché le capacità, la sensibilità e l’intelligenza di Renè non sono assolutamente in discussione. E’ palese, anche dalla visione dei piatti, la finezza e l’eleganza intrinseca del Noma. Così come è palese ed evidente che, visto l’appellativo, il Noma debba sembrare sempre di più la porta, il manifesto dell’alta cucina Nordica, uno showroom, atelier di lusso che sfoggia prodotti ed ingredienti locali con preparazioni e tecniche moderne. Smentite invece dalla temperatura di servizio di molti dei piatti degustati, troppo freddi. Questa nuova cucina moderna, sempre più d’assemblaggio e sempre meno cucinata, ha un suo senso per l’espressione della purezza e della naturalezza di un ingrediente che solo tecniche moderne di lavorazione, a tratti avanguardistiche, riescono a preservare. A scapito però di una corretta temperatura di servizio, difficile da mantenere per la tipologia di lavorazioni imposte, che tende a vanificare l’aspetto positivo. Altrimenti il rischio è quello di pasteggiare a gelati, più o meno camuffati, che poco hanno a che vedere, a mio avviso, con l’alta cucina. E’ importante, in qualsiasi stagione, dosare le temperature di servizio. Degustare un boccone caldo, tiepido nei periodi più caldi, che sprigiona profumi, aromi e modifica anche le consistenze. Anche un piatto di cucina assemblata può essere geniale, certamente. Lungi da me sostenere il contrario. Ho ancora impresso nitido nella mia mente una millefoglie di scampi, foie gras e salsa di pesca da urlo. Così come nitido è il ricordo del sapore di Mirtilli ed il suo gelato, polvere di pigna, fiori ed erbe : un grande grandissimo piatto, una passeggiata nel sottobosco di Danimarca, in Ottobre. Credo però che in un percorso così articolato e complesso ci debba essere più spazio per preparazioni cucinate e presentate a temperature e cotture decisamente più calde. E’chiaro che questo tipo di cucina è più facile da serializzare, da riprodurre, da formattare quasi con un processo industriale. Difficile, se ben allenati, sbagliare un piatto. Serve essere dei geni per progettarlo un piatto del genere ma non serve essere dei grandi cuochi per eseguirlo, ormai non più. Ma andiamo oltre queste piccole osservazioni : il Noma è un grande ristorante e Renè Redzepi è uno degli indiscussi interpreti della moderna cucina d’Avanguardia. Due piatti sono valsi il viaggio e, ripensandoci, giustificano il voto. La Variazione di cipolle danesi con salsa acidulata di clorofilla e tapioca, crema di formaggio e cipolla caramellata in cui le varie sfumature di croccantezza, dolcezza, sinuosa e ruffiana acidità si miscelavano in un insieme a dir poco sublime. Ogni boccone un contrasto … chapeau ! E poi una intrigante rivisitazione di un classico di Bras : L’Insalata di erbe e verdure marinate, brodo di maiale acidulato alle erbe. Qui accompagnata da un brodo ancestrale, di una finezza inaudita e da fini lamelle di midollo a chiudere il cerchio vegetal-acido-grasso. Intrigante il Petto d’anatra, porro, mela ed erbe citriche, in cui i comprimari, anche visivamente, prendevano il rango di protagonista e la carne, provocatoriamente laggiù nell’angolo, di illustre comprimario, a fare “textura”. Una salsa verde da urlo ed un porro brunito e glassato davvero ottimo. Molto interessanti gli Spinaci aromatizzati alla verbena, mela, formaggio croccante, schiuma di bacche, sedano, aneto selvatico. Acidità, grassezza, amaro-metallico-vegetale in un connubio ben riuscito e ottimamente abbinato. Ottimi e degni di nota anche i tre dessert, in particolare la Crema e Gelato di noce, polvere di panna e frutti rossi.
In sostanza : Renè Redzepi un grande cuoco ed il Noma un grande, interessante, stimolante Ristorante. Onore al servizio in cucina ed in sala : il più vecchio, ad occhio, avrà 30 anni 🙂 Una espressione di professionalità, disponibilità e savoir faire da far invidia a molti professionisti con decine d’anni alle spalle in più di loro … Chapeau !

Di seguito la sequenza dei piatti degustati:

Tarteletta al bacon con polvere di frutti rossi e felce.

 

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Carote e ravanelli in terra di pane di segale e yogurt aromatizzato alle erbe.

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Cracker di segale e pelle di pollo essiccata con purea di fave.

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Uovo di quaglia affumicato al legno di melo, aceto di mele ed erbe.

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Cracker al burro, erbe spontanee, neve di aceto.

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Calamaro crudo, clorofilla di erbe, panna, granita di bacca bianca .

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Barbabietola, bacche rosse, timo.

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Gelatina di cozze, granchio, erbe selvatiche.

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Scampi appena scottati, salsa d’ostrica aromatizzata alle erbe e polvere di alghe.

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Spinaci aromatizzati alla verbena, mela, formaggio croccante, schiuma di bacche, sedano, aneto selvatico.

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Variazione di cipolle danesi con salsa acidulata di clorofilla e tapioca, crema di formaggio e cipolla caramellata.

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Granchio reale, porro alla cenere, trucioli di patate, aria di vongole.

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Aragosta ed insalata di radici, cappasanta e salsa acidulata del carapace.

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Insalata di erbe e verdure marinate, brodo di maiale acidulato alle erbe.

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Petto d’anatra, porro, mela ed erbe citriche.

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Verbena, cetriolo e yogurt.

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Crema e Gelato di noce, polvere di panna e frutti rossi.

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Mirtilli ed il suo gelato, polvere di pigna, fiori ed erbe.

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il pregio : Una cucina moderna, vegetale, naturale.

il difetto : Cucina poco cucinata e temperature di servizio troppo fredde

Noma
Strangade , 93
Copenhagen – Danimarca
Tel: +45 (0) 32.963297
Email: booking@noma.dk

Numero coperti :40
Chiuso : Sabato a pranzo, Lunedì a pranzo, Domenica e tre settimane in Luglio.
Prezzi: alla carta 120 euro
Menù degustazione : 120, 140, 185 euro

http://www.noma.dk/

Visitato nel Settembre 2009

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Alberto Cauzzi

16 Commenti.

  • velvale5 Ottobre 2009

    non mi sembrano difetti da poco per 18/20

  • Alberto Cauzzi5 Ottobre 2009

    La mia visita non totalmente positiva va sommata con 4 visite nell'ultimo anno di altri di Passione Gourmet che propendono per un 19 senza riserve. Mi sembra coerente tenerne conto, ove possibile, così come nel caso di Cracco. Che ne dici ?

  • Lucien5 Ottobre 2009

    si potrebbe dire: finally something different something new! Indubbiamente piatti inconsueti e di grande fascino, lontani dall' uniformizzazione imperante anche nell'alta ristorazione. Si paga lo scotto sopra ben descritto dall'autore del post ma è decisamente piu' intrigante "scoprire" nuove tendenze e nuove "vie" per la cucina d'autore piuttosto che imbattersi nella copia della copia della copia di.. almeno temperature a parte al Noma nulla è scontato e dejavu ..

  • Lucien5 Ottobre 2009

    ah, dimenticavo di chiedere a Cauzzi, ma cosa ha bevuto con questi piatti?

  • fabrizio5 Ottobre 2009

    l'abbinamento col vino è un problema al Noma causato anche dai prezzi delle bottiglie. Fanno anche l'abbinamento al calice usando spesso riesling tedeschi.

  • breg5 Ottobre 2009

    Grazie Alberto, bella recensione al di la dei giudizi sul ristorante. E' stato un piacere leggerla. Mi ha sorpreso che non ci sia un accenno allo scampo che mi pareva fosse per Fabrizio il migliore della vita.

  • Fabrizio5 Ottobre 2009

    confermo, lo scampo delle isole far oer è spettacolare ma per esempio alla mia dolce metà non è rimasto impresso come a me.

  • Alberto Cauzzi6 Ottobre 2009

    @Lucien Bevuto al calice, poco, volevo concentrarmi sulla cucina. Anche perchè, come dice Fabrizio, i prezzi sono proibitivi (on-line è visibile la carta). Il bravissimo sommelier mi ha allietato con un Anjou 'Les Fourchard' Ferme de la Sansonnière di Mark Angéli, vino stupendo. Grande biodinamico. Per ciò che concerne l'originalità vedo sinceramente poco di originale. Una buona dose di personalità, questo si. Forse più sulla ricerca, attraverso le crudità spinte ed il bassissimo se non inesistente uso di grassi, della salubrità in cucina. Tema da sempre caro all'alta cucina, da Guerard, passando attraverso Bras, fino ai giorni nostri. @Breg Perchè al di là dei giudizi ? :-) Lo scampo, anche per me ottimo ma nulla di più. Strano che la salsa d'ostrica faccia questi effetti a Fabrizio, non trovi ? :-)

  • Lucien6 Ottobre 2009

    quoto: Anjou ‘Les Fourchard Ferme de la Sansonnière di Mark Angéli, GRANDISSIMO, ricordi il millesimo? non capisco la politica dei prezzi dei vini così alti in un posto dove la cucina non è a buon mercato ma neanche proibitiva, mah... ps non è che dopo muschi e licheni freddi si esce con la voglia di un brasato con la polenta fumante? :-) :-)

  • alberto cauzzi6 Ottobre 2009

    Millesimo 2007, ancora un pochino duro e giovane ... una bomba tra qualche anno ... Credo che i prezzi elevati siano dovuti alle accise, pesanti in Danimarca. Peccato perchè avrai visto che cosine interessanti ci sono :-) Per il resto hai fatto centro caro Lucien :wink:

  • emanuele barbaresi8 Ottobre 2009

    Sullo scampo sono pienamente d’accordo con Fabrizio: uno dei migliori di sempre! Quanto ai rilievi di Alberto sulla cucina più assemblata che cucinata, penso che nel complesso siano condivisibili. È anche vero, d’altra parte, che l’assoluta originalità della cucina di Redzepi, specie per quanto riguarda le materie prime utilizzate (tutte rigorosamente scandinave), fanno del Noma un ristorante letteralmente unico al mondo. Non sarebbe azzardato dargli 19, ma sono sfumature…

  • Pino27 Aprile 2010

    Suvvia! Ma a chi andrebbe di mangiare un piatto con della SCHIUMA dentro?? Sembra sputo....

  • liocorno27 Aprile 2010

    bocuse sintetizzava la novelle cuisine così: tutto sul conto e niente nel piatto. oggi potremmo dire che, questa cucina non cucina - il fuoco è un optional,a questo tipo di cucina oltre alla definizione di bocuse si potrebbe aggiungere: offre prodotti di scarto a prezzi esorbitanti. ma quello che è incomprensibile sta nel fatto che trova critici gastronomici che in nome di una creatività, sicuramente ottica ma non certamente gustativa,fanno da cassa di risonanza..

  • gianni revello7 Dicembre 2010

    Volevo segnalare il sito di amici con la prima recensione assoluta, per quanto ne sappia, del Relae di Christian Puglisi a Copenhagen. Puglisi è stato a lungo secondo di Redzepi. Ora ha un suo ristorante dove fa una cucina personale, non copia di quella del Noma. http://pocketfork.com/denmark/relae/ Nello stesso sito ci sono altre cose interessanti, ad es. un video sul Noma. Ciao a tutti.

  • Presidente7 Dicembre 2010

    Christian Puglisi prossimamente anche su questi schermi :)

  • gianni revello7 Dicembre 2010

    Ottimo! :) Lo ricordo in azione al Noma nella cucina a vista dirigere, come a un box della Ferrari, la brigata nella preparazione del Lobster in "red nuances"

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